Al giorno d’oggi tutto tende verso una complessità soffocante. Per qualche motivo ci siamo convinti che il lavoro, i rapporti personali, le ambizioni e persino i passatempi debbano essere difficili e complicati.
Per molti, se non è complesso non ha alcun valore. E le persone che puntano invece alla semplicità sono giudicate "povere", senza ambizioni e noiose.
Eppure se ti guardi intorno scopri immediatamente che la maggior parte di coloro che inseguono obiettivi di vita complessi non sono per nulla realizzati e soddisfatti.
Molto spesso, invece, coloro che cercano di avere una vita semplice, con sogni realizzabili e propri (ovvero non condizionati dal giudizio altrui), trovano una pace interiore e un equilibrio necessari per avere sviluppare una costante felicità.
Quella della complessità è una grande illusione: per qualche motivo ci facciamo convincere che solo complicandoci la vita saremo felici, ma in questo modo, concretamente, non facciamo altro che complicarci la vita e basta.
Una delle lezioni più importanti che ho appreso viaggiando è che ci sono tante forme di felicità semplici e alla portata di chiunque. E una delle più intense la fai tua quando trovi il tuo “luogo sacro“.
il mio luogo sacro: L'isola di elafonissos
L’isola di Elafonissos invade la mente come un sogno.
1997, ero poco più che bambina la prima volta che la vidi, la prima volta che me ne innamorai, e come tutte le prime volte è stato un caos visivo un’ overdose del bello, vivo con la convinzione che ognuno di noi debba avere un luogo dove ritrovarsi. Io ho avuto la fortuna di arrivarci senza cercarlo, un dono di genitori viaggiatori camperisti che, come il più bel regalo di compleanno desiderato, mi fecero scartare dentro un vento di meltemi, trovando al suo interno un paesaggio divino fatto di sfumature di blu, così blu che facevano male agli occhi, salsedine, sabbia bianca, ginepri di mare, ovunque mi girassi ricordo lo stupore di un incontro con la decadenza delle porte delle case, con pescatori dai visi solcati dal sole, le loro mani, o le loro barche da sistemare gelosamente e poi i frutti, la terra incontaminata , animali liberi, per me un sogno.
Se si vivesse solo di inizi, penserei a quell’odore continuamente. Passano gli anni, io bambina chiudo gli occhi e li riapro donna, tutto scorre, ma la costante sempre lei, l’isola che non c’è, diventa un desiderio familiare.
Per raggiungerla devi attraversare la terra degli Dèi ed arrivare nel più profondo sud del Peloponneso, proprio lì in mezzo agli ulivi.
É senza dubbio a mio avviso, uno dei gioielli più preziosi della Grecia, da vivere in libertà, scorci di mare indimenticabile in ogni parte, qualche centinaio di abitanti che diventano alcune migliaia nel cuore dell’estate: la calamita di Elafonissos è la spiaggia di Simos, una delle più scenografiche della Grecia. Due baie di acqua turchese separate da un piccolo istmo di sabbia e dune bianche dove crescono cardi dai fiori viola e gigli d’acqua, un paesaggio impressionista.
Un’isola da intenditori che cercano la semplicità perduta del Mediterraneo: gran pesce, gran mare, taverne bianche o blu, il molo, la chiesetta, retini da pesca, barche che fan da cornice all’immenso, gabbiani che ogni mattina urlano la fame, tartarughe di mare che si concedono un banchetto mattutino, grazie agli amici pescatori ed i canti dei grilli che fanno da sottofondo alle mie giornate. La strada dell’isola regala un’antologia di cespugli mediterranei ed un panorama che prepara gli occhi al Blu che ti circonda.
Qui tutto scorre lento con il loro mantra "sigà-sigà" (piano-piano)
trovare il proprio luogo sacro
IL “LUOGO SACRO” È QUEL POSTO IN CUI TI SENTI IN PACE CON TE STESSO. È DOVE TI RECHI QUANDO CERCHI UN PO’ DI PACE INTERIORE, QUANDO VUOI STARE BENE, QUANDO HAI BISOGNO DI FAR USCIRE TUTTA LA NEGATIVITÀ CHE HAI ACCUMULATO.
È quel luogo dove ti sentirai sempre nel posto giusto, perché lo senti “tuo” non in senso materiale ma in senso spirituale. È quel luogo che chiami “casa“, anche se magari ci vai solo un paio di volte all’anno.
Elafonissos è uno dei miei “luoghi sacri” e so che lo sarà per sempre. Anche se non dovessi più esser qui per anni, so che ci sarà sempre ad aspettarmi. So che ogni volta che tornerò a visitarla, proverò la stessa sensazione di calore e totale connessione con il mondo.
Avere questa sicurezza è fondamentale per vivere più serenamente. Ecco perché trovare il proprio “luogo sacro” è una forma di felicità semplice e accessibile a chiunque.
PUÒ ESSERE LA PANCHINA DI UN PARCO, UN PRATO, LA RIVA DI UN FIUME, LA CIMA DI UNA COLLINA. MA ANCHE UN RISTORANTE, UNA STANZA, UNA LIBRERIA. PUÒ ESSERE ANCHE UNA PERSONA, UN CANE O UNA SENSAZIONE, PERCHÉ È UNO STATO MENTALE ED EMOTIVO. È PROPRIO COME LA SENSAZIONE DI “CASA”, CHE NOI VIAGGIATORI SAPPIAMO BENE ESSERE INDIPENDENTE DAL LUOGO FISICO.
Può essere tante cose e si potrebbe definire in molti modi, ma credo che ci sia una caratteristica principale del tuo “luogo sacro”: è dove la tua mente ritrova la pace. Nel tuo “luogo sacro” non c’è spazio per i sentimenti negativi, perché la tua mente smette di saltare da un pensiero all’altro e i nervi si stendono. Il cuore batte al suo ritmo, torni a respirare con calma.
Una sensazione di profonda tranquillità ti avvolge. Sei lì, nel tuo luogo sacro, a guardare un orizzonte, un tramonto, un uccello che vola, l’acqua che scorre o l’erba spostata dal vento. Ti senti a casa. Ti senti connesso. Ti senti in pace.
Ti senti felice.